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Incontri

Testo di Andrea Cuccaro (WM)

Incontri


L’altro giorno l’avevo vista bollare con regolarità.

Aveva iniziato a nutrirsi per prima, appena la schiusa era cominciata e la luce era ancora buona.

Non bollava con frenesia ma non sbagliava un colpo.

Una manciata di secondi …  ed ecco sparire un’altra effimera in quel piccolo gorgo, nella correntina, tra la sponda e quel piccolo masso quasi affiorante.

Tentai un approccio ma, non so cosa la fece spaventare, le bollate cessarono.
Attesi una decina di minuti ma lei non si fece più vedere.


Era il coup du soire per cui non aspettai oltre ed andai a cercare qualche altra sua collega, magari un po’ meno circospetta. *8)


Fortunatamente qualche trotella si fece vedere e non conclusi l’uscita con un cappotto.

Ma, ritornando a casa, mi ricordai della prima trota, il suo comportamento e la sua bollata, ....
Non erano i modi di una “pischella da una spanna”! *8)


Per cui eccomi nuovamente lì, la sera dopo, con la speranza di vedere se si sarebbe nuovamente palesata.


Era un po’ presto per cui decisi di prendere posizione in attesa che si verificasse la schiusa e le trote cominciassero il loro banchetto.


Mi sedetti su un pietrone ed accesi una sigaretta.


Il tempo passava e sull’acqua poche effimere, molte meno della sera precedente.


Le guardavo scendere ponendo particolare attenzione a quelle che “navigavano” nella correntina, ... ma tutte superavano la zona senza problemi.

Restai a guardare per un po’ … peccato perché avrei avuto proprio voglia di una sfida con la sconosciuta. Anche solo un paio di lanci. *8)

Mi stavo rialzando per cercare fortuna in qualche altra zona quando  mi sembrò di vedere un efemerottero sparire in un risucchio.

Allora, la birichina, era solo in ritardo per la cena. *8)

Avendo ancora la canna chiusa, e vista la sua diffidenza, decisi di srotolare la coda con la corrente.
Volevo limitare i falsi lanci all’essenziale.
Alzai la coda e feci il primo lancio parallelo al corso d’acqua in modo da asciugare la coda. Con il secondo ero ancora alla spalle della trota ma con il terzo cercai di posizionare l’artificiale a monte, nella giusta lingua d’acqua.


L’artificiale, fortunatamente *8), si  posizionò nella giusta corrente che l’avrebbe portato dove cacciava la trota.
Raggiunse senza problemi la zona delle bollate, ma non successe nulla.

Provai ancora un paio di lanci ma, lei, aveva nuovamente smesso.


Non potendo andare tutte le sere passarono alcuni giorni prima di poter tornare.

Quando tornai non fu neanche per lei, fu un'occasione di un paio d'ore libere nel primo pomeriggio che non volli farmi scappare.

Ero sceso sul greto più a valle, in una zona caratterizzata da varie buche, buchette e correntine ed avevo pescato a risalire.

Pescavo in drop con una Mercer’s Missing Link e, ad una quarantina di centimetri sotto, una ninfetta in tung.

Al limite delle acque più calme, alcune trotelle avevano dato segni di interesse chi per la ninfa, chi per il tricottero.


Ma risalendo buca per buca mi trovai alla solita correntina.

Ero indeciso se lanciare alla mia amica.
Guardavo la zona da quando era apparsa, ma non vidi nessun segno di attività.

Mi son detto che forse aveva più zone di caccia o che forse in questo momento, con il sole così alto, preferiva restare in tana.

Alla fine decisi di lanciare … la sedge e la ninfa passarono indenni.

Ripetei il passaggio varie volte ma nulla.
Cosa vuoi ... lei non è stupida!! *8)

Inconsciamente lanciai un’ultima volta, e finalmente l’attacco fu improvviso e violento. L’acqua si ruppe e la sedge sparì sotto la superficie.


Ferrai e sentii il peso all’altra estremità della lenza.
Se fosse andato tutto bene, di lì a poco, ci saremo conosciuti. *8)

Il combattimento che ne seguì non fu molto lungo anche perché, quando pesco in dropper, non pesco fino.

La trota partì con una fuga a monte, che mi fece cedere anche un po’ di coda.
Poi scese da sola ma si posizionò in corrente.

Provai a forzarla e lei partì con un’altra fuga, ma questa volta a valle che terminò con un bel salto che mi fece accelerare i battiti.
Ma poi si calmò e riuscii a portarla al guadino senza altri problemi.


Non si rivelò un pesce gigantesco ma possente, era in ottima forma, ben pinnato e dai colori accesi.

Veramente un bel pesce, un pesce che resta vivido nei ricordi.

La guardai ancora qualche istante prima di ridarla al fiume nella speranza di  poterla invitare nuovamente ad una danza fra qualche tempo.

Andrea Cuccaro (WM)




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